mercoledì 11 aprile 2018

La validazione, questa sconosciuta.


Nelle puntate precedenti ho provato, a mio personalissimo modo, a descrivere alcuni degli aspetti caratteristici della biofisica computazionale, intesa come applicazione delle simulazioni molecolari. Questo mese approfitto di un recentissimo articolo, di cui qui a lato riporto l'immagine rappresentativa, per parlare di validazione delle simulazioni molecolari.
Il termine, di per sé, suona già parecchio strano in italiano, tant'è che il dizionario lo riporta come vocabolo derivato dal sostantivo francese validation. Sempre il dizionario (in questo caso ho consultato il vocabolario Treccani online) ci informa che si tratta del "controllo della validità e della correttezza di dati scientifici realizzato attraverso il confronto con regole e dati già noti e attendibili". Risulta chiaro quindi quale sia il problema: nelle puntate precedenti ho parlato dei campi di forza, dei modelli che permettono di rappresentare una realtà così complicata come una molecola biologica sul calcolatore. Trattandosi di modelli, il confronto con l'esperimento è dunque cruciale: da questo confronto deriva dunque la validazione di cui l'articolo, scritto a 14 mani, tratta.