Sono reduce (è il caso di dirlo) da uno splendido matrimonio pugliese con uno strepitoso menù a base di pesce, di cui allego reperto fotografico qui a lato: l’associazione di idee mi è venuta quindi spontanea. I miei amici convivevano ormai da un bel po’ di anni e siamo stati tutti molto felici di festeggiare l’ufficialità della loro unione. Il matrimonio di cui vi parlerò questo mese è invece abbastanza curioso e lontano dall’essere ufficiale: si tratta infatti di una delle prime applicazioni degli algoritmi di apprendimento automatico (o machine learning) allo studio dei canali ionici. Lo studio, firmato da Smiruthi Ramasubramanian e Yoram Rudy, della Washington University di St. Louis, nel Missouri, è apparso sul numero di giugno del Biophysical Journal e promette davvero di essere un punto di svolta nel settore, anche se non sono pienamente d’accordo con alcune sue metodiche: del resto il tenutario di questo blog è sempre stato un po’ “picatuso”, come ama sottolineare un mio collega!
