Premessa doverosa: è il mio personalissimo punto di vista. Del resto si tratta di un blog che promette di parlare della biofisica computazionale vista da me, vista da Trento. Non ho quindi alcuna pretesa di descrivere l'oggettiva e certa situazione dello stato delle ricerche sul Covid-19 dal punto di vista della biofisica computazionale, anche perché forse qualcosa si è capita in questi mesi di lockdown: le certezze nella scienza richiedono tempi molto lunghi per tutte le verifiche necessarie. E anche quando queste verifiche sono eseguite nel migliore dei modi, ci saranno comunque altre verifiche, perché questa è la forza del metodo scientifico: non procede per certezze assolute, ma per l'evidenza sperimentale. E' un punto sul quale mi sono trovato anche a dover intervenire pubblicamente di fronte all'eventualità che i corsi universitari del prossimo anno accademico 2020/21 si svolgano interamente in remoto. Tutti stiamo apprezzando le potenzialità della didattica in remoto, ma i corsi di laurea scientifici si caratterizzano per un "saper fare" da soli e in gruppo, che trova la sua massima espressione nei corsi di laboratorio. E, per quanto fantasiose possano essere le esperienze concepite nella propria abitazione, con lanci di pirottini dagli armadi e videocamere più o meno sofisticate incorporate negli smartphone, non sostituiranno mai quel senso di laboriosa frustrazione che ogni scienziato DEVE provare quando tenta di trovare conferma alle leggi della natura con un esperimento. Perché DEVE? Perché solo così potrà rendersi conto di quanto tutte quelle eleganti teorie sarebbero né più né meno di quanto già disponibile in uno dei libri sacri delle nostre religioni, se non ci fosse la possibilità di confrontarle con l'esperienza. Esperienza umana e quindi soggetta a tutti gli errori e le incertezze che, almeno per il corso di laurea in fisica, si studiano nel primo corso di laboratorio, al primo anno. E' sempre opportuno mantenere questo riferimento, quando si parla di biofisica computazionale, un campo nel quale il confronto con gli esperimenti è particolarmente laborioso, come sa chiunque abbia messo anche solo piede in un laboratorio di biologia, biochimica o biorobe, in genere.
