
Ci sono molti aspetti per i quali mi identifico con la generazione X a cui appartengo (i nati dopo i "boomers", tra il 1965 e il 1980): non tutti, per fortuna, anche perché avrei problemi ancora più gravi a interfacciarmi con la generazione Y dei Millennials (i miei colleghi più giovani, i postdoc e i dottorandi) e soprattutto con gli attuali studenti della generazione Z, o Post-Millennials. Per me quella X coincide anche con un telefilm (oggi si chiamano serie, ma noi della generazione X usiamo ancora questo termine che ormai sa di spalline, cocktail di gamberi e risotto alle fragole): sto parlando degli X-files, che hanno segnato gli anni '90 e gran parte del mio percorso universitario. Come dimenticare l'agente Dana Scully e il suo splendido CV? Tesi di laurea sul paradosso Einstein-Podolsky-Rosen, addestramento nell'accademia dell'FBI di Quantico, Virginia e, infine, incarico presso il quartier generale dell'FBI, al fianco dell'agente Fox Mulder e alle prese con le sue strampalate teorie. Ecco, per me Quantico è il quartier generale dell'FBI e per questo mi torna in mente tutte le volte che sento parlare di qualcosa di quantico: biologia quantica, medicina quantica, mente quantica, meditazione quantica e sincronicità quantica, qualunque cosa voglia significare... Ora, non so se l'Accademia della Crusca si sia espressa in merito alla distinzione tra quantistico e quantico, ma ho una netta sensazione per la prevalenza dell'aggettivo "quantistico" in ambito scientifico e "quantico" in ambito pseudo-scientifico, con quel retrogusto New Age che fa tanto anni '90, ma senza Spice Girls o Backstreet Boys, secondo i gusti. Soprattutto, senza Friends, a proposito di telefilm (pardon, serie). Ma esiste una biologia quantistica? E ha interesse per la biofisica computazionale? Per dirla con Fox Mulder: la verità è là fuori! ("The truth is out there" rende meglio, però).