sabato 11 maggio 2024

Fisica: sostantivo singolare (poco) femminile. Ma Biofisica?

Scrivo questo pezzo dopo un incontro che ho trovato molto stimolante, tenutosi qui a Trento presso la sala messa a disposizione dalla Fondazione Caritro. Scrivo qui perché da quando ho accettato la sfida, l'onore e soprattutto la responsabilità di dirigere un intero Dipartimento di Fisica, cerco sempre di mantenere un profilo piuttosto basso agli incontri ai quali devo presenziare o semplicemente partecipo per mio interesse, a meno che non mi sia chiesto esplicitamente di intervenire. Non mi riesce particolarmente difficile, anzi: in qualche modo è un bel tuffo nel passato, a quei primi 16 anni della mia vita in cui ascoltavo molto, riflettevo anche di più, ma parlavo poco o niente, dicendo sì e no soltanto quando mi interrogavano e annuendo ancora meno. Un po' come una mia petite madeleine dei libri di Proust, quel ricordo involontario evocato da un particolare odore, come quello delle piccole madeleine appena sfornate. E' con questo spirito proustiano che ho partecipato a questo incontro, volontariamente intenzionato a non parlare per nulla e ad ascoltare. Si trattava di un confronto tra donne con un solo uomo che però aveva partecipato a un interessante "bilancio di genere" per conto della Società Italiana di Fisica. L'organizzazione era in capo ad alcune studentesse dell'Associazione Italiana Studenti di Fisica, con la collaborazione del Dipartimento di Fisica e della Fondazione Caritro. Tema? La scienza non ha genere.