Scrivo questo post dopo 4 giorni particolarmente impegnativi e ricchi di spunti di discussione: si è appena concluso un congresso organizzato a Trento da me e da alcuni miei colleghi: Sarah Harris dell'università di Sheffield, Angelo Rosa della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, Ralf Everaers della Scuola Normale Superiore di Lione, Rommie Amaro dell'Università della California a San Diego e Garegin Papoian, dell'Università del Maryland. I partecipanti sono stati poco più di 50, provenienti un po' da tutta Europa, dagli Stati Uniti e dal Canada. La foto ritrae quasi tutti i partecipanti sul lago di Caldonazzo, dove si è tenuta la cosiddetta "cena sociale", per festeggiare la fine del congresso in un'atmosfera informale. L'aspetto sociale dei congressi scientifici è quasi sempre tenuto in poco conto, ma è fondamentale: molti film descrivono chi fa ricerca come una persona isolata che spesso lotta contro il mondo. Non è mai così, ma proprio mai: la ricerca nasce dal confronto, ma soprattutto nasce dalla capacità di gestire le avventure della conoscenza in gruppo. E' quindi fondamentale anche l'aspetto umano: chi lavora insieme deve anche piacersi, perché altrimenti è davvero difficile lavorare gomito a gomito e affrontare le difficoltà che la ricerca scientifica comporta. Sono però sicuro che molti di voi si staranno chiedendo: "Sì ma cosa diavolo è la mesoscala?"