mercoledì 11 giugno 2025

Bucarest, biofisica e bagliori di futuro

Eccomi qui, con il portatile sulle ginocchia e il gate che lampeggia tra le ultime chiamate. Sì, sto scrivendo questo post in aeroporto, proprio come l’anno scorso: sembra che i momenti migliori per mettere ordine tra pensieri ed emozioni arrivino sempre mentre aspetto un volo. Di ritorno da quella che è stata una delle esperienze più dense (scientificamente e umanamente) di tutto il progetto MIMOSA. Bucarest ci ha accolti con un’energia contagiosa: un mix di architetture sopravvissute all’epoca “dorata” di Ceausescu (che di dorato, lasciatemelo dire, aveva giusto il nome) e sorrisi aperti che mi hanno ricordato quelli del Sud Italia natìo. Ci si sentiva a casa, anche se con un accento diverso. Vabbè, ma io in Europa mi sento a casa un po' ovunque...
Siamo ormai al quarto anno di progetto. Il che, in termini europei, significa che si comincia a parlare del "dopo", come nelle relazioni importanti. E questa edizione rumena dell’incontro annuale è servita proprio a questo: cominciare a capire come proseguire l’avventura oltre la naturale scadenza di agosto 2026. Continuare a lavorare insieme, magari cercando una nuova call, un’estensione, una collaborazione industriale… insomma: seminare per non far appassire tutto quello che è germogliato in questi anni.