Me lo ripeto sempre, praticamente ogni volta che riesco a capire un meccanismo biologico. O meglio che penso di aver capito un meccanismo biologico, perché la biologia è molto più complicata di quel che a noi sembra. In queste ore lo stiamo imparando nel modo più drammatico possibile e spero vivamente che, quando tutto questo sarà finito, ne approfitteremo anche per riflettere tutti sul nostro sistema educativo e su quanto sia importante che le nozioni elementari di biologia siano trasmesse a tutti, ma proprio tutti. Non ho intenzione di tediare nessuno con la mia versione della Covid-19 perché non sono un virologo e chi mi conosce sa bene che non potrei mai diventarlo a causa della cronica ipocondria che mi impedisce di studiare a fondo le malattie senza prima sentirne tutti (ma tutti!) i sintomi.
Il post che avevo in mente per questo mese era però comunque dedicato alle bufale scientifiche che circolano in biologia, motivato da un San Valentino un po' particolare che ho trascorso quest'anno, ovvero una presentazione presso l'Istituto Tecnico Tecnologico "G. Marconi" di Rovereto. Il tema era "Anatomia delle bufale", un argomento al quale mi sono sempre interessato e che ho approfondito soprattutto nel corso dell'ultimo anno, grazie a letture interessanti che includono il libro "Sospettosi" di Silvia Bencivelli, a diverse ricerche online (che mi hanno anche divertito), seminari qui e là e video su youtube del sempre benemerito Piero Angela.

Noi amiamo infatti credere di essere speciali, di essere più intelligenti degli altri, e per farlo andiamo a cercare i fatti che danno ragione a quello che pensiamo: attenzione! E' profondamente umano farlo, chi lo fa non è stupido, è solo dannatamente umano! Il metodo scientifico non funziona così: si basa sull'esperienza, raccoglie i dati e cerca di darne una spiegazione per poi fornire una previsione che può essere smentita o meno dai fatti. Dai nuovi fatti, naturalmente.
Tutto questo vale sempre, figuriamoci in biologia: sentiamo pareri di virologi (ormai diventati vere e proprie star del circo mediatico) contrastanti e tendiamo a dar ragione all'uno o all'altro, a seconda di quanto vogliamo farci impaurire o meno. Il problema è che la biologia è dannatamente difficile: il metodo scientifico formula ipotesi sapendo che molte di esse si riveleranno sbagliate. Il punto è che per verificarle o smentirle ci vogliono esperimenti molto complicati da gestire (e anche molto costosi). Così come non è possibile fare previsioni sui tempi che ci vorranno a creare una cura per una nuova malattia, anche se puntualmente la domanda viene fatta... E quindi l'unica cosa che possiamo fare, come popolazione informata, è cercare di discriminare le fonti dalle quali informarci. E' questo che vorrei tentare di fare qui: lo faccio con la biologia perché mi piace e lo faccio anche perché vorrei togliermi qualche sassolino dalla scarpa sui fisici che in questi giorni si stanno dedicando a fare grafici con i dati in continua progressione per metterli su curve esponenziali calcolate con una precisione che bosone di Higgs spostati...
Come riconoscere dunque una bufala da una vera notizia scientifica? Bisogna individuare nella notizia alcuni ingredienti principali: anzitutto la notizia parte da un problema, che di solito è un vero problema, non qualcosa di inventato ad hoc. Esempio: la polmonite causata dal coronavirus. Oggettivamente al momento è IL problema, perché finché si tratta di qualche linea di febbre e il mal di gola, non c'è di che preoccuparsi (sì, lo so, facile a dirsi ma io sono preoccupato comunque). Fino al livello del problema, siamo ancora nel campo scientifico: la bufala comincia a delinearsi (ed è lì che la riconoscete) quando al problema si aggiunge l'elemento di paura. La polmonite è un problema, ma dire che questa polmonite colpisce chiunque è un elemento di paura, così come dire che i pazienti intubati vengono selezionati in base all'età è un elemento di paura (al momento non è ancora così e se riusciamo ad arginare il contagio non sarà così). L'elemento di paura deve quindi sollevare il primo sospetto e dovrebbe già farvi sollevare il sopracciglio. Se però leggete bene, trovate anche un elemento ostile che viene presentato: non è detto che questo abbia un reale fondamento scientifico o che corrisponda alla realtà. Nel caso del coronavirus per esempio si comincia già a dire che sia stato inventato nei laboratori cinesi per mettere in ginocchio l'economia mondiale (cosa che sta in realtà accadendo) o che addirittura il contagio rientri in un piano americano per indebolire la Cina e l'Unione Europea. Naturalmente le due teorie vanno l'una contro l'altra, ma non importa. Ricapitoliamo: paura ed elemento ostile sono i primi due indizi.
Il terzo è la fonte del sapere: da chi abbiamo ricevuto l'informazione. In genere sono saperi orientali o tribù varie che campano oltre i 100 anni (con statistiche mai verificate). Nel caso biologico (e in particolare con la Covid-19) girano vocali di gente che lavora nei reparti degli ospedali lombardi. Allora: anzitutto chi davvero sta lavorando in questi giorni in quei reparti non ha né il tempo né la voglia di registrare quei vocali allarmati e angosciati. In secondo luogo, verrebbe meno proprio a una caratteristica dei medici, che è quella di operare senza raccontare all'esterno ciò che succede. E questo vale per chiunque operi negli ospedali, dall'infermiere al primario.
Il quarto e ultimo elemento che ci fa capire di essere di fronte alla bufala è la figura eroica che, contro tutti e tutto, ci pone di fronte alla verità e trova anche la soluzione. Nel caso della Covid-19 non è ancora spuntato, anche se proprio in Rai, nel servizio pubblico, abbiamo dovuto assistere anche alle previsioni zodiacali per la predisposizione al virus, uno dei punti più bassi mai raggiunti dalla televisione italiana, che pure ne ha fatte...
Il quarto e ultimo elemento che ci fa capire di essere di fronte alla bufala è la figura eroica che, contro tutti e tutto, ci pone di fronte alla verità e trova anche la soluzione. Nel caso della Covid-19 non è ancora spuntato, anche se proprio in Rai, nel servizio pubblico, abbiamo dovuto assistere anche alle previsioni zodiacali per la predisposizione al virus, uno dei punti più bassi mai raggiunti dalla televisione italiana, che pure ne ha fatte...
In biologia è tutto dannatamente più complicato perché, come ho più volte ripetuto in questo mio blog, la nostra comprensione è ancora agli inizi: soprattutto non sono chiari i meccanismi nei loro dettagli a livello atomico e molecolare. Finché non avremo questa comprensione, non saremo in grado di dominare la materia biologica così come facciamo per quella inorganica. E, in questo, per una volta, lasciatemi fare una critica anche a noi fisici: perché è vero che i fisici brillano per la loro versatilità e la capacità di affrontare con la matematica qualunque tipo di problema. Tuttavia, come sanno bene i matematici, una funzione non può essere colta per intero solo studiandone le proprietà locali: in altre parole, non posso assumere che una crescita sia esponenziale all'infinito quando ho a disposizione soltanto i primi dati. La crescita del contagio è stata esponenziale? Sì, lo è stata. Lo sarà sempre? Sicuramente no: sta a noi decidere quando fermare la crescita esponenziale e lo stiamo facendo restando a casa in questi giorni. In una prima fase è facile prevedere l'andamento della curva: alcuni fisici ne stanno un po' approfittando per fare gli indovini con le solite manie di protagonismo che sono peraltro presenti in ogni campo, virologi inclusi. Ci sono sì gruppi di ricerca in cui i fisici studiano i modelli di propagazione delle malattie: questi modelli sono ben più complicati delle curve esponenziali che con cadenza quotidiana ci stanno mostrando sui social. Quindi, cari colleghi, se proprio volete fare gli esperti, leggetevi un po' di lavori dei gruppi che si occupano di queste cose, anziché perdere tempo a fare interpolazione di 10 dati con una curva esponenziale, un esercizio che un qualunque studente al primo anno di fisica saprebbe fare.
E, per una volta, portiamo anche rispetto verso chi si occupa di studiare i pipistrelli e altre strane specie animali di cui potrebbe non fregarci nulla: la biologia ci sta dimostrando che può farci scherzi ai quali non siamo preparati. Dobbiamo quindi accostarci a questa materia con il rispetto che merita e con la voglia di approfondirne tutti i meccanismi molecolari, usando tutte le risorse a nostra disposizione. Con la biofisica computazionale non troveremo il vaccino, ma potremo dare un contributo a capire questi meccanismi e, magari, a fare in modo che in futuro non capiti più che un oggetto così piccolo che neanche riusciamo a catalogare come "vivente" possa tenerci chiusi in casa e impedirci di abbracciare chi amiamo.
Ma sei davvero un fisico?!
RispondiEliminaIo lo sono. Personalmente non sto fittando nulla perché ho altro da fare, ma ne conosco altri che lo fanno. E nessuno di loro, che sta facendo fit esponenziali, pensa nè ha mai pensato anche solo per un istante che l'andamento sarà esponenziale sine die. Quello che loro dicono è che l'andamento ora è esponenziale e che se le cose non cambiano allora ci si può aspettare questo e quello.
Se le cose non cambiano.
Ma è ovvio che cambiano, o perché cambiamo le dinamiche (nuovi comportamenti, diverse dinamiche uguale diverse leggi risultanti, o... perchè si satura (e la curva inizialmente sostanzialmente esponenziale diventa, per esempio, logistica).
Da fisico trovo ridicolo anche solo pensare che un altro fisico possa prendere un fit di una serie di dati -di qualunque tipo, esponenziale o non- e usarlo come la Bibbia. Non è così. Non lo è mai stato.
Il messaggio di quei fit è chiaro: le dinamiche di diffusione stanno dando luogo ad una crescita esponenziale, pertanto se esse non si modificano (per qualsiasi motivo) si possono fare previsioni di questo e quel tipo. Il messaggio cioè è una implicazione (A->B), non una tesi (B).
Posso capire che magari il cittadino comune non colga questa sottigliezza (che sottigliezza non è, per chi ha un certo tipo di formazione), ma che non la colga un fisico... O__o
Sì, lo sono anche io. Non è ovvio che cambino, soprattutto non è ovvio nei post che ho visto girare in rete. Come hai scritto anche tu: "trovo ridicolo anche solo pensare che un altro fisico possa prendere un fit di una serie di dati -di qualunque tipo, esponenziale o non- e usarlo come la Bibbia."
EliminaIl problema è che quello che gira in rete non è letto solo dai fisici.
Un fit esponenziale è un po' troppo semplice per scomodare professori di fisica che magari si occupano (e, aggiungo, egregiamente) di tutt'altro. Esistono gruppi di ricerca che si occupano proprio di modelli matematici per la diffusione delle malattie. Magari, come fisici, sarebbe più utile commentare quegli articoli scientifici piuttosto che aggiornarci quotidianamente su quanto il dato giornaliero si incastri bene con la curva esponenziale, esercizio (ripeto) da primo anno di corso di laurea triennale in fisica.
E' ovviamente una mia opinione, la verità assoluta qui non ce l'ha nessuno.