venerdì 11 febbraio 2022

Omicron: incontro ravvicinato!

Già. Questa volta il mio personalissimo blog diventa ancora più personale, perché prendo spunto dal mio personalissimo incontro ravvicinato con la variante Omicron. L'immagine qui a lato però è un avviso: anche se per me si è tradotto in una semplice e fastidiosa faringite di qualche giorno e ricordo raffreddori ben peggiori, Omicron non è un semplice raffreddore, ma una variante del famoso Sars-Cov-2, il virus responsabile della Covid-19. Anzitutto: non ho la più pallida idea di dove io possa averlo preso. Sono ipocondriaco e da due anni ormai disinfetto la spesa e qualunque oggetto entri in casa, mi lavo le mani anche al solo pensiero di aver toccato qualcosa, indosso mascherine ffp2 quando sono a teatro o a un concerto di musica classica, non vado a mensa con i miei colleghi, non tocco le maniglie e, se sono costretto a farlo, mi lavo le mani... e niente: una mattina mi son svegliato con il mal di gola. In farmacia mi hanno detto che il tampone non era necessario: "Eh ma guardi, non esiste mica solo il Covid, lei ha una semplice faringite!". Il giorno dopo, constatata la persistenza del mal di gola, ho comprato uno dei tamponi fai-da-te al supermercato (quelli da 5 euro, per intenderci), mi sono trasformato nella persona che Antonella Viola vorrebbe che fossi, e mi sono auto-tamponato. Risultato: due tacche! Ora, nella mia ipocondria, un mal di gola di due giorni aveva già scatenato malattie letali che ancora devono trovare una collocazione sull'enciclopedia medica, per cui paradossalmente mi sono sentito esclamare "ah vabbè è solo il covid!". Ad ogni modo ho chiamato il medico, ho prenotato un tampone ufficiale che ha confermato la positività e mi sono isolato in casa con la mia faringite che dopo circa 4-5 giorni è passata del tutto, lasciandomi completamente asintomatico e con una grande capacità di concentrazione. Ne ho approfittato per lavorare, sì, ma anche per documentarmi sul mio indesiderato ospite. Qui di seguito quanto sono riuscito a capire.
La cosiddetta variante omicron è ormai diventata il ceppo dominante del Sars-Cov-2: è stata isolata per la prima volta in Sud Africa nel novembre 2021 ed è apparsa subito come davvero insolita e peculiare. Insolita e peculiare perché l'evoluzione di Omicron è stata una specie di salto: è normale che i virus (così come tutti gli organismi contenenti acidi nucleici) mutino, è proprio la legge dell'evoluzione. L'evoluzione però procede per gradi, le mutazioni si accumulano, mentre per Omicron non è stato così: per dirla con Mina, ci è scoppiata dentro il cuore (o meglio, il naso e la gola) all'improvviso, all'improvviso, io non so perché, non lo so perché, all'improvviso, all'improvviso.... E la tigre di Cremona ha ragione: sarà forse perché ci ha guardato come nessuno ci ha guardato mai! Si vede che in isolamento mi sono sciroppato l'intero festival di Sanremo, no? 
Ma come ci ha guardato come nessuno ci ha guardato mai? Beh, i virus non hanno occhi, hanno però proteine, soprattutto sulla superficie. Tra queste abbiamo imparato a conoscere e a riconoscere la cosiddetta proteina Spike, che serve al virus per ancorarsi alle nostre cellule, prima di cominciare il processo di fusione che lo porterà a iniettare il suo RNA nelle nostre cellule e a "dirottare" il loro meccanismo di funzionamento costringendole a sintetizzare nuovi virus. Siamo diventati molto bravi a riconoscere la Spike, o meglio è diventato molto bravo il nostro sistema immunitario, sia perché molti di noi sono entrati in contatto con il Sars-Cov-2 originale, ma soprattutto perché molti di noi (e io tra questi) ci siamo sottoposti alla storica e massiccia campagna di vaccinazione con i nuovi vaccini a mRNA. Questi vaccini non infettano le nostre cellule, ma le inducono a produrre la proteina Spike, sì proprio lei: questa viene riconosciuta come elemento estraneo dai nostri anticorpi che quindi attaccano qualunque cosa contenga la proteina Spike, incluso il Sars-Cov-2. Sembrerebbe dunque che una persona immunizzata come me, con tre dosi di vaccino a mRNA, possa dimenticarsi per sempre di questo virus. Tuttavia non è stato così per Omicron, e ci sono studi molto recenti che hanno messo in luce perché Omicron è riuscito a eludere il nostro sistema immunitario rafforzato dai vaccini. 
Omicron ha circa 60 mutazioni rispetto al ceppo originario del Sars-Cov-2 (quello di Wuhan, per intenderci). Di queste, 37 sono proprio sulla proteina Spike, 15 di queste riguardano il cosiddetto RBD, o Receptor Binding Domain, una regione (o dominio) in grado di legare (binding) il recettore. Cosa è il recettore? Il recettore è una nostra proteina, detta ACE2 che sta per Angiotensin Converting Enzyme 2. Questa proteina svolge diversi ruoli nelle nostre cellule, ma è anche il punto di attracco del Sars-Cov-2. E' proprio ACE2 che si lega alla Spike e fa sì che il virus si attacchi alle nostre cellule: ci sono poi altre proteine che tagliano un pezzo della Spike in modo tale che la membrana del virus si fonda con la nostra e il suo RNA entri nelle nostre cellule. La zona RBD è proprio una delle zone che vengono riconosciute dagli anticorpi che riusciamo a produrre o per un'infezione dal ceppo originario del Sars-Cov-2 (ormai completamente andato) o per le sue varianti più diffuse, ovvero la Alpha, la Beta e la terribile Delta o, ancora, grazie ai vaccini. Per questo, è molto difficile che una persona che abbia completato il ciclo vaccinale o che abbia già preso la Covid19 possa risultare ancora positivo ad una di queste varianti. Tuttavia questo non vale per Omicron: 15 mutazioni nell'RBD e altre 11 in una zona nota come N-terminale, anch'essa riconosciuta dai nostri anticorpi, fanno sì che i nostri anticorpi non riescano a riconoscere più la Spike di Omicron. O meglio, fanno molta fatica, diciamo che Omicron è un po' un Sars-Cov-2 truccato talmente bene che il nostro sistema immunitario stenta a riconoscerlo. 
Uso dei termini del linguaggio comune, ma i trucchi (indovinate un po') sono quelli che la fisica riesce a fornire: cambiamo un amminoacido che ha una carica negativa con uno che magari non ha carica ma riesce a creare ponti idrogeno con altri. Oppure togliamo qui un amminoacido che ha una carica positiva, ma nelle sue vicinanze ne mettiamo un altro e creiamo una rete di interazioni tali per cui la nuova Spike magari fa fatica a legarsi agli anticorpi che abbiamo prodotto noi, ma riesca addirittura a legarsi meglio all'ACE2. E' successo proprio questo: infatti Omicron riesce (con un po' di fatica) a eludere il nostro sistema immunitario, ma a legarsi molto meglio all'ACE2. David Veesler, un biochimico francese in forze alla Washington University di Seattle, sostiene in uno studio (anche computazionale) pubblicato sulla rivista Science, che Omicron abbia adottato una soluzione molecolare molto elegante, in cui le mutazioni hanno trovato una mediazione tra la possibilità di evadere la nostra risposta immunitaria e, allo stesso tempo, aumentare la capacità di legarsi al recettore ACE2. 
Attenzione, però: è ormai assodato che Omicron causi una malattia meno severa rispetto a quella causata dal ceppo originario e, soprattutto, dalla terribile variante Delta. Su questo punto ci si sta ancora interrogando: come mai? Circolano diverse teorie, ma vorrei essere chiaro su questo: quando sentiamo che circolano diverse teorie, non significa che "i virologi non si mettono d'accordo" come si sente blaterare dalle folle ignoranti e presuntuose che impazzano sul web. Su questo sono molto polarizzato: la scienza procede per dubbi, non per certezze. Le certezze le dà la matematica, perché già la fisica si interroga (e parecchio) sui propri risultati. Guai se non lo facesse: non sarebbe fisica, sarebbe appunto matematica. Figuriamoci la biologia, in cui la matematica è entrata a muso duro da circa trenta anni e che è così complicata davvero da poter ospitare una teoria e il suo esatto opposto, finché un esperimento inequivocabile non riesca a dare ragione a una parte o all'altra e spesso poi tende a dar ragione un po' a una parte e un po' all'altra perché l'evoluzione sfrutta qualunque strada. La cautela, in biologia, non è mai troppa: è una parte della scienza che impone umiltà e forse proprio per questo il rapporto con la fisica (e con i fisici con delirio di onnipotenza) non sempre è idilliaco, da una parte e dall'altra. Ah, però io mi diverto un sacco, eh?
Una teoria afferma che proprio questo strettissimo legame che Omicron realizza con ACE2 fa sì che la Spike abbia un po' di difficoltà a muoversi una volta legata ad ACE2. Di conseguenza servono parecchi recettori ACE2 per far sì che il virus faccia il suo mestiere e l'ACE2 è maggiormente concentrata nelle vie aeree superiori, un po' meno nei polmoni: sarebbe questo il motivo per cui Omicron ha colpito la mia debole faringe e, nella maggior parte delle persone, fa gocciolare il naso, tanto che viene scambiato per un semplice raffreddore o il classico "colpo d'aria".
Altri affermano che il problema sia proprio nella proteina che deve tagliare la Spike quando è avvenuta la fusione con l'ACE2: questo meccanismo sarebbe meno efficiente in Omicron rispetto a Delta, ma questo meccanismo è proprio quello più probabile nei polmoni dove la proteina responsabile del taglio (TMPRSS2, non mi chiedete per cosa sta l'acronimo, io ci rinuncio) è maggiormente concentrata. Insomma, anche questa via risparmia i nostri delicati polmoni e lascia Omicron abbastanza libero di fare il bello e il cattivo tempo nella gola e anche nel naso, come le caramelle balsamiche della pubblicità.
Altri affermano che Omicron abbia scelto una cosiddetta via lenta: Omicron viaggerebbe in alcune bolle, dette endosomi, che sono in grado di entrare molto lentamente nelle cellule. Talmente lentamente che la malattia non riesce ad arrivare a quella forma acuta e grave caratteristica della Delta nei polmoni. Di fatto, l'evoluzione ha messo a punto un virus più efficiente, ma meno letale: é una buona notizia, anche se non è ancora la fine di questa pandemia.
Altri sostengono addirittura che la vera domanda ora sia come mai il nostro sistema immunitario sia ancora in grado di riconoscere Omicron, nonostante i suoi camuffamenti. La risposta probabilmente è nella dinamica: le proteine non sono oggetti statici, non sono pezzi di un puzzle che si incastrano qui o lì, sono oggetti dinamici che riescono ad adattarsi per incastrarsi. I nostri anticorpi, poi, sono molto flessibili e potrebbero comunque riconoscere pezzi di Spike che ogni tanto restano scoperti: lo stesso virus, per poter interagire, è costretto a scoprire pezzi di Spike anche solo per legare ACE2. Basta un allarme e il nostro sistema immunitario parte, anche adattando i nostri anticorpi alla nuova variante Omicron. E' quello che almeno ha fatto il mio, dato che i sintomi sono completamente spariti e, mentre scrivo, sono in attesa del risultato di un tampone che potrebbe restituirmi la libertà di andare in giro senza temere di passare il virus a nessuno.

Aggiornamento del 10 febbraio 2022, ore 8:52. Tampone di guarigione negativo. Sono libero!

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