martedì 11 maggio 2021

Invito a teatro: "Cos'è la vita?"

Ora che finalmente il testo è pronto, forse, ma solo forse, sono pronto anche io a parlarne... E' un progetto al quale ho lavorato in questi mesi "chiusi", a partire ormai da ottobre. Volutamente non ho parlato di questa esperienza sul blog o sui social, non tanto per riservatezza, ma oserei dire quasi per scaramanzia, o forse perché semplicemente non mi sembrava vero finché non ho visto il testo (o dovrei dire copione?) per intero. Questa puntata del blog sarà dedicata alla mia prima e finora unica esperienza teatrale: come al solito, però, non mi sono fatto mancare niente. Perché non sarà una semplice parte in uno spettacolo teatrale, ma sarà un intero spettacolo costruito intorno a un personaggio che, per molti versi, somiglia moltissimo a me, con un testo che è stato scritto, riveduto e corretto da me con l'aiuto decisivo di Maura Pettorruso, attrice e drammaturga, e Andrea Brunello, il vero e proprio regista di tutta l'iniziativa. Il nome dello spettacolo è proprio "What is life? - Cosa è la vita?" dal titolo dell'omonimo libro di Erwin Schrödinger. In questi giorni stiamo ultimando la registrazione dell'evento che andrà online il prossimo 20 maggio, a cui siete tuttə invitatə (ora ho trovato anche il modo di inserire lo schwa). Questa puntata dunque sarà anomala, perché più che di contenuti scientifici, vorrei parlare di questa esperienza, fotografando la situazione attuale, quando ormai mancano pochi giorni alla prima online e poco più di un mese ad una prima dal vivo, su un vero e proprio palcoscenico.

Si tratta di una cosiddetta lezione aumentata, ovvero una lezione intorno alla quale è stato costruito uno spettacolo teatrale. Il risultato non è una vera e propria lezione, perché l'idea non è quella di far prendere appunti, ma di fare in modo che almeno due o tre concetti restino impressi nello spettatore. Per fare questo, la comunicazione va su un registro molto particolare, che non è quello classico della lezione frontale, ma quello delle emozioni. Si fa leva sulle emozioni per insegnare qualcosa: del resto, a molti di noi è rimasto impresso quello che stavano studiando quando sono stati colpiti da una forte emozione, in senso positivo o negativo. Chi di noi non ricorda cosa stava facendo e/o studiando quando ha ricevuto la notizia degli attentati dell'11 settembre 2001? Credo tutti tranne quelli che nel 2001 non avevano ancora raggiunto l'età scolare. Ad ogni modo, per fortuna, non useremo questi mezzi raccapriccianti, ma vi racconteremo una storia, la storia di due personaggi (Gianluca e Maura, appunto) che discutono di cosa sia la vita, dai loro personalissimi punti di vista, che poi somigliano molto ai punti di vista dei due protagonisti nella vita reale. Anche perché, mentre Maura è un'attrice e potrebbe impersonare un po' chi vuole, io certamente non lo sono e posso interpretare soltanto una copia abbastanza fedele di me stesso, magari con qualche particolare inventato nei miei rapporti con i personaggi a cui faremo riferimento. Non dico altro, anche perché non è mia intenzione fornire uno spoiler, ma solo suscitare curiosità.

Voglio però dire due cose: la prima è l'incredibile esperienza che tutto questo mi sta dando. Da spettatore ho sempre amato molto il cinema, per la sua capacità di raccontare storie e coniugarle alla fotografia, alla musica e a tutti i mille particolari che io noto e che fanno di me un compagno davvero difficile con cui andare al cinema, sia per la scelta dei film, che per il fatto che non sopporto chi mi sussurra qualcosa mentre sto guardando un film. Infatti al cinema ci vado spesso da solo e mi siedo ben lontano da altri spettatori: uso il presente anche se ormai non vado al cinema da un anno e mezzo, perché ci tornerò appena sarò vaccinato! Per il teatro però ho un rispetto, un'ammirazione e una curiosità che va oltre il mio amore per il cinema: mentre non mi interessa quasi nulla degli attori cinematografici, degli attori teatrali mi incuriosisce tutto: la loro vita, questo continuo girare da un teatro all'altro, questo loro venire a contatto con persone e personaggi e poi farli propri, quel loro recitare ogni volta in modo diverso, perché non è possibile ripetere lo spettacolo sempre nello stesso modo e ogni replica avrà quei piccoli particolari che la renderanno unica e irripetibile. Il teatro ha un fascino tutto suo, qualcosa che va al di là dello spettacolo e che coinvolge la vita: quella vera, quella che immaginiamo e quella che in qualche modo cerchiamo di crearci a metà strada tra il sogno e la realtà dei fatti. Ecco, per me farne parte, anche se per una parte davvero infinitesima rispetto al teatro, è qualcosa che non avevo messo in conto nella mia vita, che mi ha terrorizzato, incuriosito e appassionato al tempo stesso e che continua a terrorizzarmi, a incuriosirmi e ad appassionarmi ora che ci sto praticamente in mezzo. Per giunta, lo sto facendo partendo da una domanda che davvero è parte integrante della mia vita, del mio lavoro di ricerca, una mia curiosità di bambino trasformata in lavoro. E veniamo al secondo aspetto di questo mio post davvero insolito, ovvero lei, la domanda: ma cosa è la vita? 

Perché questa domanda è ancora attuale, e non per lo spettacolo che io, Maura e Andrea porteremo in giro e speriamo davvero che vi piaccia, ma perché ancora non si sa cosa sia la vita. I fisici, a partire proprio da Schrödinger, hanno cercato di dare una risposta e di questa cercherò di parlare nella mia lezione aumentata, ma, come tutte le risposte dei fisici, è una risposta che definisce le linee generali di cosa sia la vita. Continuo però a ripeterlo: questa tendenza dei fisici a generalizzare tutto si scontra con il fatto che la biologia è davvero difficile da generalizzare. La biologia lavora sui dettagli e, infatti, la domanda "cosa è la vita?" per la biologia è ancora aperta, anzi direi apertissima. Talmente aperta che i biologi continuano a fornire nuove definizioni di cosa sia davvero la vita e a litigare su queste definizioni. E' il caso di un articolo che mi è capitato sotto mano proprio nei giorni scorsi, pubblicato alla fine del 2020 su Biomolecular Concepts, dal titolo "una nuova definizione biologica della vita". Potrebbe sembrare una questione filosofica, ma non lo è: ha dei risvolti pratici. Una definizione sensata di vita potrebbe permettere di scoprire, tra le altre cose, vie alternative per lo sviluppo di nuovi farmaci o  di predire i risultati di nuovi interventi sul materiale genetico degli organismi noti. Il riferimento ai vaccini e al materiale genetico contenuto nella nuova tecnologia a RNA messaggero non è casuale. 

Questa volta, la definizione data è: "La vita è materia organizzata che è in grado di fornire un metabolismo di materiale genetico". Che si tratti di materia organizzata è infatti, fuor di dubbio. Il punto cruciale qui è la capacità di inserire il materiale genetico (acidi nucleici, quindi DNA e RNA) all'interno di un metabolismo, che permette non soltanto di smontarli ma anche di rimontarli, di copiarli, di trasmettere copie. La vita è tutto ciò che circonda questa capacità del materiale genetico di ricrearsi una rete metabolica per essere continuamente consumato e riprodotto. Da questo punto di vista, secondo gli autori, la vita emerge da un insieme che viene chiamato Pangenoma e contiene tutto il patrimonio genetico, anche quello che non rientra nella definizione di vita. Il nostro pianeta pullula infatti di pezzi di DNA e RNA sparsi qua e là sulle terre emerse e, soprattutto, negli oceani: la parte del Pangenoma che non è inglobata in esseri viventi secondo la definizione di cui sopra è di gran lunga maggiore rispetto a quella che fa parte della vita. Il nostro pianeta, in altre parole, pullula di pezzi di materia che provengono da organismi viventi o che sono stati organismi viventi, pezzi che verranno prima o poi riciclati in nuovi organismi viventi, non solo dal punto di vista della materia, ma anche come sequenze geniche, in una specie di ripescaggio evolutivo. Si tratta di elementi genetici non viventi (NLGE, Non Living Genetic Elements): non sono in grado di svolgere tutte le funzioni che svolgono le cellule viventi, quali ad esempio, la replicazione, la metilazione, il riparo dei danni, la mutazione, la trascrizione, la ricombinazione, la sopravvivenza e la diffusione, ma sono in grado solo di diffondersi. Un esempio: i virus. I biologi continuano a fare una gran fatica a identificare i virus come organismi viventi o non viventi: secondo questa nuova definizione, non sono organismi viventi perché non sono in grado di fornire un metabolismo di materiale genetico, tant'è che prendono in ostaggio il metabolismo delle nostre cellule per riuscire nell'impresa e, senza le nostre cellule, possono solo morire e fanno persino fatica a diffondersi.

Non mi resta che lanciare l'invito a teatro e non solo per il nostro spettacolo: date un'occhiata al sito del Teatro della Meraviglia di Trento e al Programma del Festival di Teatro e Scienza. Gli eventi saranno rigorosamente online e gratuiti per il mese di maggio e, speriamo davvero, in presenza per i mesi di giugno e luglio. Intanto, appuntamento al 20 maggio: a proposito di lanci, per contenere la diffusione dei virus, il lancio di pomodori avverrà solo su piattaforma virtuale. Vi aspetto!

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